Il contributo della donna al cavallo

Grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie e dell’informatica, la figura del cavallo, non la descriverei come passata in secondo piano, anzi, ha subito un cambiamento radicale. Ha assunto delle funzioni sociali. Non è più mezzo per le guerre o per il trasporto, ma è creatura di dialogo che va ascoltata e capita. Con lui però si è sviluppata anche un’altra figura, quella della donna che è andata quasi completamente a sostituire, per non dire “rimpiazzare”, l’uomo in questo ambito. Inizialmente, nei tempi addietro, la donna non poteva cavalcare, o meglio subiva e non poteva gestire in prima persona la sua cavalcata. Il gentil sesso veniva accompagnato nelle mete desiderate in modi differenti: in carrozza o con il calesse. Questo ovviamente per quanto riguarda soprattutto le donne nobili. Era l’uomo invece colui che domava e “montava” il cavallo, animale che serviva e che veniva utilizzato per la sua ottima accondiscendenza, il suo debole spirito di ribellione e la sua grande potenza e maestosità. Dunque l’uomo si imponeva al cavallo cercando di domarlo e vincerlo con la forza, ma successivamente con l’entrata della donna e dell’amazzone in questo mondo tutto è mutato. La donna è quell’essere umano che punta molto sulla pazienza, sull’amare, sull’educare questo enorme essere, al contempo docile ed estremamente pauroso. 

Infatti il cavallo sia al di fuori che nella mitologia viene spesso associato alla femminilità.

Perché il cavallo equivale a dire femminilità?

Nei secoli passati è stato l’uomo insieme al cavallo a conquistare territori e a costruire imperi, ma questo non è bastato. Infatti è la donna colei che ha delle caratteristiche comuni al cavallo e rende speciale un legame quasi innato con esso.   

Ad esempio, nella Britannia e nelle Gallie celtiche la dea della fertilità Epona, protettrice della vita era raffigurata con la testa di un cavallo. E così come lei, anche la “Madre terra” Demetra e Diana, protettrice degli animali selvatici e dea della caccia.

Inoltre, il cavallo con la sua andatura riesce a riportare alla mente quella ritmicità materna.

Donna e cavallo sono quindi due icone che si sono sviluppate nel tempo, acquisendo sempre più indipendenza e rispetto, creature sensibili che hanno entrambe bisogno di attenzioni. Come riportato da alcune ricerche, sono di conseguenza due esseri che combaciano.

Possiamo descriverli come esseri che hanno un’intelligenza emotiva particolare, i cavalli perché erbivori e quindi sempre in fuga, e le donne perché negli anni hanno subito discriminazioni, crudeltà e intimidazioni.

Ma molti sostengono il mito dell’uomo a cavallo …

Non è vero che l’uomo sia meglio. In tanti dibattono su questo concetto. Questo perché il cavallo non va forzato, ma va capito e gli vanno insegnati determinati atteggiamenti e movimenti da fare, ovviamente sapendo noi, prima di loro, quali metodi non utilizzare. La figura femminile utilizza nel dialogo con il cavallo il linguaggio dei gesti, dell’espressione del viso, la dolcezza e riesce a percepire i suoi stati d’animo e tutto quello di cui abbiamo parlato nel primo articolo di questo blog che spero si sia rivelato utile per coloro che vogliono almeno avvicinarsi a questo mondo. Sempre inerente alla mitologia romana, fu proprio Minerva l’unica che con un morso d’oro riuscì ad addestrare Pegaso, il noto cavallo alato.

La mitica capacità della donna è doppia: quella di farsi percepire come amica ma allo stesso tempo come referente simbolica.

Ma l’anatomia umana che dice?

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L’anatomia suggerisce che l’uomo è colui che si avvicina di più alla perfezione nel cavalcare. Questo perché l’assetto che assume nello stare a cavallo sembra migliore perché l’uomo è più portato a stare sugli ischi che sono strutturati in maniera diversa rispetto alla donna, che per sua natura tende più ad inarcare la schiena. Per questo motivo, potremmo dire che il trotto seduto, da me provato, è più semplice e permette una maggiore aderenza per gli uomini. Ma ciò non significa che con un maggiore impegno la donna non possa raggiungere i suoi livelli, grazie alla sua metodicità e forte concentrazione.  In più l’uomo, potrebbe non riuscire a restarvi seduto a lungo a causa degli eccessivi rimbalzi.

La donna a differenza dell’uomo, e ve lo posso testimoniare, non percepisce fastidio nel permanere al trotto seduto per molto tempo e diversamente da lui ha maggiore equilibrio, grazie al suo baricentro dovuto alla sua conformazione fisica nel trotto leggero o nelle varie andature che non permettono lo stare a sedere.

Insomma entrambi i cavalieri mettono differente forza, differenti tecniche, e ne traggono differenti vantaggi o svantaggi.

Le donne di oggi

Attualmente nell’equitazione sono coinvolti uomini e donne in ugual maniera tanto che nelle manifestazioni sportive agonistiche gareggiamo insieme. Ma questa è una novità, dato che prima le donne non potevano cavalcare o lo facevano in maniera non del tutto autonoma. Avevano bisogno a causa dei loro vestiti di un aiuto per salire o per scendere da cavallo e di conseguenza erano costrette ad appellarsi alla figura maschile. Oggi invece sono le donne coloro che anche se non lo fanno come sport cercano una passeggiata estiva a cavallo, in vacanza, magari con la famiglia. E possiamo affermare che sono il 90%.

Ma adesso come cavalcano le donne?

Innanzitutto cavalcano non più con vesti lunghe e di impaccio, ma con pantaloni ben stretti, aderenti, che ovviamente credo prima non potessero indossare perché scandalosi, con magliette, maglioni o gilet appositi per equitazione e stivaletti con ghette o semplici stivali alti. Ovviamente la femminilità è un po’ svanita perché uomini e donne vestono uguali, almeno in questa disciplina e soprattutto nelle gare. Inoltre, siccome l’equitazione è diventata uno sport agonistico è divenuto d’obbligo indossare il cap, una specie di cappello imbottito che in caso di caduta protegge la testa e la tartaruga o corpetto per proteggere la spina dorsale. 

Il contributo delle donne all’equitazione è stato notevole; ha infatti permesso al cavallo di diventare un essere che va ascoltato e rispettato. Ogni donna entrata nella vita del proprio cavallo ha permesso la creazione di una relazione uomo-cavallo che con l’uomo nei secoli scorsi non veniva neanche presa in considerazione.

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