
L’equitazione è uno sport ritenuto molto pericoloso, ma da considerarlo uno sport come tutti gli altri: motociclismo, alpinismo, la differenza è una sola: qui è necessaria la fiducia e chi non crede in questo non può praticare questa attività.
È ovvio che chi fa equitazione, soprattutto a livello agonistico, deve considerare la Caduta da cavallo come una costante della propria pratica sportiva e quindi non una novità.
Chi monta è soggetto a cadere come chi cammina è soggetto a inciampare.
Per giunta deve imparare a convivere con questa probabilità e con questo aspetto che inizialmente può far paura. Necessaria è la consapevolezza e l’utilizzo di Cap e tartaruga. A tal proposito, se si cade da cavallo senza farsi male è importante mantenere la razionalità e non farsi sopraffare dallo spavento. Mi è capitato qualche settimana fa di veder cadere una mia amica.
Cosa ha fatto lei? È rimasta a terra, poi si è alzata un po’ da sola e con qualche aiuto, ma con indifferenza ha ripreso il suo cavallo, lo ha portato alle scuderie per tranquillizzarsi e tranquillizzare il suo cavallo per qualche motivo leggermente nervoso. Lo scopo era di ripristinare quel dialogo in precedenza venuto a mancare.
Nonostante questo, le varie cadute possono rivelarsi più o meno gravi e di conseguenza portare a danni relativamente gravi.
Come affermato prima, è possibile che il cavallo vi disarcioni lasciandoti in terra. E credetemi l’ho testato anche io molti anni fa, quando sono stata sbalzata dalla sella finendo in una fantastica pozza di fango e letame.
L’altro genere di caduta è quella che non dovremmo mai sperare avvenga; situazione in cui il cavaliere viene disarcionato e poi calpestato dal cavallo in fuga, come successe nel 2015 vicino Biella, oppure quando il cavaliere durante la caduta rimane con i piedi dentro le staffe venendo trascinato per metri e metri dall’imponente animale.
Genericamente, le cadute da cavallo possono arrecare lesioni varia entità, ematomi, fratture, escoriazioni, dislocazioni ossee o problemi alla spina dorsale a causa della cattiva postura. Ovviamente tutto questo avviene non a tutti e non quotidianamente, ricordando che l’equitazione è uno sport che apporta molti benefici all’uomo.
Cadute da cavallo: danni non sono ai fantini

Il cavallo è un animale dalle mille potenzialità ma estremamente costoso, molto in voga nell’alta società. Si parla infatti di un business e di un mondo delle scommesse straziante, senza limiti dove i cavalli non sempre vengono trattati con rispetto e come animali dall’animo sensibile ma vengono solo utilizzati per scopo di lucro. Le scommesse e le corse che per gli esseri umani si rivelano puro divertimento e modo per accrescere o perdere ingenti quantità di denaro, per i cavalli sono questione di vita o di morte. Queste creature corrono a velocità eccessive, senza alcun regolamento, spesso con sostanze dopanti in circolazione che possano migliorare le prestazioni sportive che riducano la paura e che spesso l’uomo si auto inietta per resistere a sforzi eccessivi.
Questa pratica irrispettosa, che dovrebbe esser un retaggio dei tempi remoti è ancora in voga e provoca ai cavalli brutte cadute con i relativi danni. Lesioni che però l’uomo, seppur non gravissime e rimediabili, non si prodiga a curare preferendo l’abbattimento dell’animale per una questione di costi e esigenze. Un concetto che per una come me, amante degli animali, è impossibile pensare. Io farei di tutto per vedere qualsiasi animale e in questo caso un cavallino rimettersi in piedi. Ciò non toglie che a volte, i danni accusati dall’imponente creatura sono irreversibili e talvolta mortali. Come ad esempio: la rottura dell’aorta che nel 2011 subì Hickstead, un baio del campione olimpico canadese Eric Lamaze del 2008.
C’è da sottolineare che il cavallo nella nostra società ha una doppia valenza perché può essere amico nel tempo libero, compagno di vita, partecipare a gare sportive ma è anche considerato un DPA, infatti è destinato anche alla macellazione. La scelta di abbattere o meno l’animale è comunque del proprietario. Certo è che sarebbe opportuno per il cavallo, come qualsiasi altro animale, trattarlo nel momento in cui viene utilizzato vivo, rispettando la sua natura e destinarlo alla macellazione solo nei casi in cui il cavallo è veramente irrecuperabile. Il tentativo dell’uomo deve essere sempre quello di recuperare ogni situazione per portarlo alla guarigione, evitando morti superficiali. Dovrebbe essere limitata come del resto anche quella del pollo o di qualsiasi animale.
Così come penso che il cavallo possa essere coinvolto in gare, competizioni, manifestazioni culturali nel rispetto della sua natura e in luoghi adeguati alla natura del cavallo e alle sue caratteristiche. Per esempio il Palio di Siena, manifestazione redditizia, famosa e conosciuta a livello internazionale, purtroppo viene svolto in piazza del campo, contesto dal punto di vista storico meraviglioso, ma non adatto al cavallo che è costretto a fare curve pericolose su un asfalto ciottolato con gravi rischi per la sua incolumità. Così come le corse dei cavalli sul ghiaccio in occasione del White Turf e le corse clandestine dei cavalli fatte su strada e quindi su cemento.
Le manifestazioni culturali vanno rispettate, ma la civiltà attuale deve arrivare a effettuarle senza ledere la dignità dell’animale, come per esempio anche la Corrida. Non è accettabile che nel 2020, i Tori vengano spaventati, impauriti per un divertimento di alcune persone e in caso uccisi in maniera crudele.
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